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Venerdì, 26 Agosto 2016 05:23

Italia: terremoto - una sofferenza indescrivibile

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26 agosto

anteprima26082016aI cuori di tutti sono uniti con chi soffre a causa del terribile terremoto che ha colpito il centro d’Italia. Papa Francesco ha voluto esprimere con forza il suo abbraccio e quello della Chiesa alle persone colpite dal sisma, sia con le sue parole in Piazza San Pietro sia con un tweet, e ha deciso di rimandare alla prossima settimana la catechesi prevista per l’udienza generale di mercoledì, invitando i fedeli alla preghiera del Rosario.

Ha detto: “Dinanzi alla notizia del terremoto che ha colpito il centro d’Italia, devastando intere zone e lasciando morti e feriti, non posso non esprimere il mio grande dolore e la mia vicinanza a tutte le persone presenti nei luoghi colpiti dalle scosse, a tutte le persone che hanno perso i loro cari e a quelle che ancora si sentono scosse dalla paura e dal terrore”.

Dalle terre del terremoto sentiamo anche la voce di monsignor D’Ercole, vescovo di Ascoli-Piceno, che in nome di quella Chiesa in uscita che deve praticare – e non solo predicare – immediatamente dopo le prime scosse che hanno fatto tremare il cuore d’Italia tra il 23 e il 24 agosto è sceso in strada a Pescara del Tronto, il piccolo paese della sua diocesi completamente distrutto dal terremoto, per scavare a mani nude tra le macerie.

Il vescovo – contattato da Radio Vaticana – ha raccontato due episodi che lo hanno commosso e che raccolgono assieme il dolore delle migliaia di sfollati e delle tante vittime che l’Italia intera piange. “Ieri – racconta monsignor D’Ercole – una mamma è rimasta tutto il giorno con il Rosario in mano, abbracciata ad uno dei nostri volontari. Questa donna ha perso, sotto le macerie, la madre e il figlio. Stava disperatamente sperando che potessero ritrovarli vivi, pregava il Rosario e alla fine, quando non è avvenuto il miracolo che aspettava, mi ha detto: “Così ha voluto Dio, così ha voluto Gesù”. Poi un altro piccolo episodio a proposito del Rosario: la piccola bambina Marisol, 18 mesi, nella sua piccola bara bianca. Sul petto ha proprio un piccolo Rosario, in segno della fede di questa gente che pur nel dolore rimane accanto a Dio”.

“Sono rimasto fino alle due di notte: abbiamo assistito le popolazioni fino a quando non hanno fatto il riconoscimento delle ultime salme che arrivavano, ma ce ne sono ancora. I parenti non volevano allontanarsi da lì, abbiamo dovuto assisterli, stare con loro ed incoraggiarli. Io poi sono andato nella tendopoli per vedere dove erano sistemati. Avevano voglia di silenzio, ma bisognava parlare con loro. Quindi sono rimasto lì fino a mezzanotte. Poi sono venuto ad Ascoli ed anche qui la gente era piena di paura, dormiva per strada”.

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Letto 1491 volte Ultima modifica il Venerdì, 26 Agosto 2016 13:16