×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 71

Stampa questa pagina
Giovedì, 09 Febbraio 2017 09:26

La Nuova Carta degli Operatori Sanitari: con una lettura in chiave orionina

Vota questo articolo
(0 Voti)

09 febbraio

anteprima1 0902017 2È stata presentata, lunedì 6 febbraio, la “Nuova Carta degli Operatori sanitari”, un manuale rivolto agli operatori che desiderano operare in conformità con il Magistero della Chiesa. Alcune delle novità al suo interno: il diritto e il dovere del medico di sottrarsi a volontà diverse dalla propria coscienza; l'eutanasia è richiesta in piena coscienza dal soggetto interessato e nessun operatore sanitario può farsi tutore esecutivo di un diritto inesistente. Viene ricordato inoltre la tutela della dignità della morte, rispettando il malato nella fase terminale della vita, escludendo sia l’eutanasia, sia l’accanimento terapeutico; il congelamento del tessuto ovarico viene ritenuto una risposta eticamente sostenibile nel caso di terapie oncologiche che possono alterare la fertilità della donna; ribadita inoltre la gravità morale dell’aborto e le sperimentazioni su minori e adulti incapaci a decidere.

 

Fabio Mogni, responsabile delle risorse umane del Centro “Mater Dei” di Tortona ci offre una sua riflessione con un riflesso orionino: “Se in una tasca come ci invita Papa Francesco, dovremmo avere il Vangelo, nell’altra non può mancare questo prezioso manuale! Attraverso questi strumenti la Chiesa ed in questo caso tramite il Dicastero del Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ci aiuta a comprende quanto la formazione umana, cristiana e professionale siano pezzi preziosi di un mosaico che formano la parola servizio. Per far ancora più nostro questo strumento desidero, riprendendo il prezioso quaderno n. 82 dei Messaggi di Don Orione dal tema “Il messaggio di carità nelle opere assistenziali”, dar voce a Don Orione sulle tre sezioni con cui l’attuale manuale è stato suddiviso: generare, vivere e morire. Questo ci sia di aiuto per una rilettura ed approfondimento di ciò che il Santo Fondatore desiderava ardentemente nelle sue opere.

 

- Don Orione genera e desidera apertura a tutti i bisogni della società.


Sono tempi nuovi? Via i timori, non esitiamo; muoviamo alla loro conquista con ardente e intenso spirito di apostolato, di sana, di intelligente modernità. Gettiamoci alle nuove forme, ai nuovi metodi di azione religiosa e sociale, con fede ferma, ma con criteri e spirito largo. Tutte le buone iniziative siano in veste moderna, pur di seminare e arare Gesù Cristo nella società”. Don Orione pertanto segna il passaggio da un’assistenza ai poveri basata unicamente sui loro bisogni elementari ad un aiuto differenziato e specializzato a seconda dei molteplici bisogni della società.

 

- Don Orione vive e tramanda il desiderio di espressioni di delicatezza verso i poveri e collaborazione con tutti.


I nostri cari poveri … sono i padroni e noi i loro servi; così si serve il Signore” Usate bontà! La bontà vince sempre! Usate pazienza: con la furia, la superbia, con la parola che punge, con quel fare avvelenato si allontanano i cuori e non si fa più bene!”. “La nostra politica dovrà consistere nel portare a Dio e alla Chiesa la povera gioventù e le anime … la nostra politica è la carità grande e divina che fa del bene a tutti!” Desiderio di Don Orione era la collaborazione con le istituzioni governative e statali.

 

- Don Orione sprona alla carità nella verità in una visione di eternità.


“… Dobbiamo aumentare un coraggio superiore di ogni gran lunga alle forze che sentiamo … non lasciatevi sgomentare dalle difficoltà o dal poco frutto, e siate uniti nella carità di Gesù Cristo!”.
E’ in una fede salda che anche davanti alla morte Don Orione si mette in totale abbandona al Padre elevando dal cuore consolanti parole: “La fede mi fa sentire la vicinanza dei miei cari defunti, come si sente nel silenzio il battito del cuore di un amico che veglia su di noi. O fede! Come consoli l’anima in questi giorni in cui tutto è mestizia e dolore! Ogni foglia che cade mi avverte che la vita si dilegua; ogni rondine che emigra mi ricorda i miei cari che lasciarono la terra per l’eternità e mentre la natura non mi parla che di dolore, la fede non mi parla che di speranza”.

 


Ed infine ci detta un programma di azione: protocollo di affidamento alla Divina Provvidenza: “Noi potremo piantare e innaffiare, ma solo Dio può dare l’incremento, e però il mezzo più efficace di aiutare le opere nostre, le nostre fatiche, è quello che preghiate per tutti noi con fervore e costanza!”.

Fabio Mogni

 

 

Letto 1254 volte Ultima modifica il Giovedì, 09 Febbraio 2017 12:45