15 agosto 1927

Narra Don Roberto Risi: “Andavo al Casale Pio V - quando ero Cappellano di Sant’Anna dei Palafrenieri, al Vaticano - per le confessioni delle ricoverate cieche, allorché, un giorno, il Professor Augusto Romagnoli, cieco dalla nascita e direttore didattico di quella scuola, mi disse: - Queste buone figliuole vivono ‘come le Suore. Perchè ‘la Chiesa non dà loro anche il merito delle anime consacrate a Dio? - Riportai l’idea originale a Don Orione - al quale il Romagnoli era legato da sincera amicizia e da grande stima -; questi, dopo alquanto tempo, certo ispirato da Dio, ‘decise la fondazione delle Suore cieche Sacramentine”. L’idea, non era nuova per lui: ma il sentirla esprimere da un laico gli rinnovò in cuore il progetto già ventilato.

Possiamo dire che la famiglia Sacramentina sia uscita dal cuore ‘di Don Orione, infiammato di amore per l’Eucaristia. Infatti, ‘ancora chierico e custode del Duomo, Orione passava parte della notte in adorazione al SS. Sacramento Questa adorazione gli era facilitata dal fatto che una finestrella della sua cameretta, sul voltone del Duomo, si apriva nell’interno del tempio.

Il 27 novembre del 1915, qualche mese dopo la fondazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, Don Orione accettava la prima giovane non vedente dell’Istituto Regina Margherita, di nome Iride Papini, di 22 anni. Pochi giorni dopo, l’8 dicembre Don Orione, trovandosi a Roma, si recò a celebrare la Messa nell’Istituto Regina Margherita. Fece la predica e alla fine concluse: “Vi porto i saluti di Iride. Sta bene, è contenta. Se resiste quella, ne riceverò delle altre e fonderò la famiglia delle Suore non vedenti adoratrici”.

Scrivendo da Roma, il 26 giugno del 1916, il servo di Dio annunciava l’arrivo a Tortona di Anita Niri di 26 anni dicendo: “Per S. Pietro, manderò quassù un’altra figliuola non vedente e poi altre ancora; e così, se piacerà al Signore, la prima famiglia religiosa che ne uscirà, sarà delle Suore non vedenti. Queste vestiranno di bianco e serviranno Gesù in Sacramento”.

Con la loro preghiera, le Sacramentine avrebbero inoltre appoggiato ed integrato l’opera delle Consorelle, che attendono all’apostolato attivo, e la loro minorazione fisica non avrebbe imposto rallentamenti all’ordinaria attività della Congregazione, anzi l’avrebbe avvalorata con una più intensa vita interiore.

Il 15 agosto 1927, festa dell’ Assunta, aveva luogo, nella Cappella di San Bernardino, la consacrazione e vestizione delle prime quattro Suore Cieche.


(Don Orione alle Piccole Suore Missionarie della Carità, pp. 230-231)