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Una famiglia di Suore scaturita dal cuore, infiammato d'amore per l'Eucaristia, di Don Orione che fin da chierico, come custode del Duomo di Tortona, trascorreva lunghe notti in ore di adorazione e meditazione presso l'altare del SS. Sacramento. 

L'idea di fondare una Congregazione di Suore non vedenti ebbe origine nel 1913, dal suggerimento del Prof. Augusto Romagnoli, cieco e Direttore dell'Istituto dei Ciechi "Regina Margherita" di Roma, in cui venivano accolte giovani che, manifestando segni di vocazione religiosa, non riuscivano a viverla negli altri Istituti di allora a causa della loro cecità.
Il 16 giugno 1916 scrivendo da Roma, Don Orione dice:
"Per S. Pietro manderò lassù un'altra buona figliola cieca e poi... poi alcune altre, e così, se piacerà al Signore, la prima famiglia religiosa che uscirà da noi sarà delle suore cieche e queste, che sono cieche, serviranno Gesù in Sacramento anche per le altre cieche. Poi si farà quello che Dio vorrà con la sua grazia. Se Dio vorrà, farà bene lui tutto...".

Le Suore Sacramentine sono la terza opera fondata da Don Orione, dopo la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza, i sacerdoti suoi primi collaboratori, e le Piccole Suore Missionarie della Carità, nata per assicurare un sostegno spirituale di "anime oranti" alle opere orionine.
Il 15 agosto del 1927 le prime quattro suore sacramenti non vedenti si riunirono: suor Maria Tarcisia dell'Incarnazione (prima superiora delle Suore Sacramentine dal 1927 al 1964), suor Maria Giuseppina dell'Assunzione, suor Maria Chiara del SS. Sacramento e suor Maria Annunziata della SS.ma Trinità. Fu una vera rivoluzione nel contesto storico di allora, quando la discriminazione sociale era più forte rispetto ai nostri giorni; Don Orione fece comprendere che la cattolicità del carisma è azione della Divina Provvidenza, che lo aveva scelto come strumento di questa nuova famiglia nella Chiesa.

Dal 1927 molte altre comunità di suore sacramentine sono state aperte in Italia e nel mondo: Argentina, Spagna, Brasile, Kenya e Cile.

Le Suore vivono come Maria nel cuore della Chiesa. In unione con Gesù, Mediatore e vittima, vivono lo spirito eucaristico per una vera testimonianza di vita eminentemente apostolica, con vera pietà liturgica e nascondimento profondo. Offrono al Signore la privazione della vista per i fratelli che non conoscono la verità. Le Sacramentine sono chiamate ad essere testimoni viventi del volto di Cristo Orante: si impegnano nel nascondimento a far risplendere gli occhi dello spirito attraverso la contemplazione di Cristo, nascosto nel grande Sacramento dell'Eucaristia; sostengono e potenziano, con la preghiera di adorazione, ringraziamento e impetrazione, l'apostolato delle Piccole Suore Missionarie della Carità e dei Figli della Divina Provvidenza, pregano per il Sommo Pontefice e "contribuiscono, con una misteriosa fecondità apostolica, alla crescita di tutto il popolo di Dio, per tutta la Chiesa" (Vita Consacrata, 8).

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