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Approfondendo la Decisione sullo Stile di Vita Atti dell'XI CG


Organizzare e pianificare "laboratori" con i laici per essere capaci, alla luce del carisma,

di leggere i segni dei tempi e di discernere, avendo particolare attenzione ai poveri,

agli impoveriti di oggi, agli esclusi e ai più indifesi.


(Dimensione profetica: n° 4 – pag. 45)


Questo punto ci colloca oggi, non di fronte ad una riflessione teorica, ma nell’ottica della progettualità. Ogni contenuto e riflessione hanno bisogno di essere trasformati in “scelte” concrete, in “azioni”, in “realizzazione”, per non rischiare di rimanere come “lettera morta”, come astrazione dialettica disincarnata.

La cultura, la società, gli stili di vita, solo si trasformano e si rinnovano quando le idee, le dottrine, le “parole” prendono forma storica concreta nella vita, nelle strutture, delle abitudini, negli atteggiamenti, nelle scelte delle persone e dei gruppi. Non è altro che la stessa pedagogia che Dio ha attuato nel Mistero dell’Incarnazione: “la Parola si fecce carne” (Gv 1,14), il “Verbo” entra nella storia umana e prende forma umana, tutte le prerogative della Trinità assumono forma concreta, visibile e comprensibile per noi, attraverso l’umanità di Gesù: il suo stile, le sue scelte, i suoi gesti, il suo modo di vivere, di relazionarsi con il Padre e con i fratelli…

Perciò, questo punto della Decisione sullo Stile di vita è un invito a “organizare e pianificare”, ad abilitarci, attraverso l’esperienza dei “laboratori”, ad un nuovo approccio con la realtà alla quale siamo inviate, come discepole, ad evangelizzare.

Approfondire il Vangelo e il carisma orionino è fondamentale per avere chiarezza sulla nostra vocazione e missione come cristiane e come orionine, però una vocazione e missione che non è esclusiva, non è una nostra “proprietà privata”, ma allargata, condivisa, compartecipata con i laici, anche loro chiamati ed inviati, missionari e orionini.

I laici sono un grande dono del Signore e sono una enorme ricchezza per la loro sensibilità alle vicende del mondo, per la loro creatività e per il loro peculiare vissuto del carisma “da laici”. Mentre in noi la tendenza, spesso, è quella di “chiuderci”, i laici, invece, ci spingono sempre al coraggio di “aprirci” e avvicinarci “ai poveri, agli impoveriti di oggi, agli esclusi e ai più indifesi” con un’ottica diversa.

Perciò è molto importante programmare e organizzare insieme “laboratori” che ci aiutino ad aprire la riflessione sull’attualità del carisma e della nostra missione di evangelizzazione e promozione umana. Queste istanze ci aiuteranno a maturare nella docibilitas anche di fronte alle scelte pastorali: “capacità di lasciarsi interrogare e provocare di fronte alle sfide della Chiesa e al grido dei poveri in un mondo in continuo cambiamento… in un atteggiamento di costante conversione pastorale”(1).

Leggiamo ancora negli Atti: “apertura di mente e cuore ai cambiamenti epocali a livello politico, socio-culturale ed ecclesiale, e l’attenzione continua ai segni dei tempi e al mondo dei poveri e dei giovani”(2). Allora, creare spazi e tempi sistematici per approfondire, insieme ai laici, il Progetto apostolico (PAI), imparare e fare discernimento sulle nuove sfide che ci si presentano oggi nelle varie realtà dove siamo inserite come PSMC, abilitarci ad avere uno sguardo più profondo e contemplativo della storia, delle vicende dell’umanità, per imparare a fare una serialettura dei segni dei tempi, in ogni luogo, in ogni cultura. Tutto orientato a fare delle scelte apostoliche concrete, con stile nuovo e con metodi nuovi: “Alla testa dei tempi e non alla coda…”.


(1) PSMC, Atti XI Capitolo generale, Decisione sullo stile di vita, pag. 44.

(2) Ibidem

 

 

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