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Venerdì, 17 Luglio 2015 09:43

Ricordi del viaggio apostolico del Papa in Paraguay

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17 luglio

anteprima17072015Proprio una settimana fa arrivava ad Asunción in Paraguay la folla di gente che entusiasta si preparava ad incontrare Papa Francesco, che per due giorni 11-12 luglio si fermava in questa nazione dopo aver visitato l’Ecuador e la Bolivia.

All’incontro con il Papa si sono recati anche tanti “orionini”: religiose, religiosi, laici e soprattutto i giovani.

Pioggia e fango non hanno scoraggiato i pellegrini. Tutti volevano vedere “il dolce Cristo in terra” come lo chiamava santa Caterina da Siena e poi spesso ripeteva con amore don Orione.

 

 

Ancora nel cuore risuonano le sue parole nell’omelia pronunciata sabato 11 luglio durante la S. Messa celebrata sul Piazzale del Santuario mariano di Caacupé: “Trovarmi qui con voi è sentirmi a casa, ai piedi di nostra Madre la Vergine dei Miracoli di Caacupé. In un santuario noi figli ci incontriamo con nostra Madre e tra noi ricordiamo che siamo fratelli.  (…) Come tante altre volte, siamo venuti perché vogliamo rinnovare le nostre energie per vivere la gioia del Vangelo. Come non riconoscere che questo Santuario è una parte vitale del popolo paraguayano, di voi? Così lo sentono, così lo pregano, così lo cantano: «Nel tuo Eden di Caacupé, è il tuo popolo Vergine pura che ti dà il suo amore e la sua fede». E oggi siamo qui come Popolo di Dio, ai piedi di nostra Madre, a darle il nostro amore e la nostra fede”.

In questo giorno significative sono state anche le parole della meditazione fatta dal Santo Padre durante i vespri nella Cattedrale Metropolitana dell'Assunta: “Desidero esortare tutti voi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici e seminaristi, vescovi, ad impegnarvi in questa collaborazione ecclesiale, specialmente intorno ai piani pastorali delle diocesi e alla missione continentale, cooperando con tutta la vostra disponibilità al bene comune. Se la divisione tra noi provoca sterilità, non c’è dubbio che dalla comunione e dall’armonia nasca la fecondità, perché sono profondamente consonanti con lo Spirito Santo”.

Indimenticabile è stata anche l’esperienza di domenica 12 luglio nel Campo Grande di Ñu Guazú, ad Asunción. Il Papa ha detto: “Nella logica del Vangelo non si convince con le argomentazioni, le strategie, le tattiche, ma semplicemente imparando ad accogliere, a ospitare. La Chiesa è madre dal cuore aperto che sa accogliere, ricevere, specialmente chi ha bisogno di maggiore cura, chi è in maggiore difficoltà. La Chiesa, come la voleva Gesù, è la casa dell’ospitalità. E quanto bene possiamo fare se ci incoraggiamo ad imparare questo linguaggio dell’ospitalità, questo linguaggio del ricevere, dell’accogliere! Quante ferite, quanta disperazione si può curare in una dimora dove uno possa sentirsi accolto! Per questo bisogna tenere le porte aperte, soprattutto le porte del cuore”.

Oppure alla sera di questo stesso giorno il discorso ai giovani sul Lungofiume "Costanera", e le parole chiave: “Libertà del cuore - vi ricordate? -, libertà del cuore, quello che ci diceva Orlando. Servizio, solidarietà, quello che ci diceva Liz. Speranza, lavoro, lottare per la vita, andare avanti: quello che ci diceva Manuel”.

E tante altre parole forti da meditare, i gesti cordiali del Papa, l’entusiasmo del popolo di Dio, tutto ciò ha creato un’esperienza unica e irrepetibile.

Ecco alcune parole delle testimonianze delle nostre suore che assieme alla Superiora provinciale Sr. M. Trinidad Almada (paraguaiana) si sono recate ad Asunción:

 

"Las palabras del Santo Padre, llegaron a nuestros corazones y a tantos fieles católicos, creemos firmemente que   es un   instrumento del Espíritu Santo porque sus palabras fueron  un remanso para nuestros corazones necesitados de Dios y de seguir incansablemente evangelizando en todas partes a través de nuestro testimonio concreto de amor a Dios, y al prójimo".  (Sr. M. Celina)

 

"Una palabra quedó resonando con más fuerza en mi corazón desde la homilía del Santo Padre en la Misa de cierre de la visita a Paraguay, y es: hospitalidad. (…) El Papa decía que “podemos decir que cristiano es aquel que aprendió a hospedar, a alojar”, y creo que esa es la experiencia que hicimos, no sólo el Papa, sino cada uno de los que visitamos Paraguay  y compartimos con su gente: la experiencia de sentirnos recibidos, acogidos…"  (Julia - Novizia del 2° anno)

 

Le testimonianze saranno pubblicate integralmente sul prossimo numero di "In Famiglia".

 

Leggi il contenuto dell'omelia del Papa al Campo Grande di Ñu Guazú

 

 

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Letto 998 volte Ultima modifica il Venerdì, 17 Luglio 2015 10:47