150 anni fa nasceva a Trevi nel Lazio (FR) Madre Maria Tarcisia dell'Incarnazione, prima Superiora delle Suore Sacramentine non vedenti. In occasione di questo importante anniversario, ripercorriamo insieme la vita di questa figlia di Don Orione dal cuore semplice, generoso e pio, orientato verso il Tabernacolo e la Vergine Santissima.

UNA GIORNATA CON LE SUORE SACRAMENTINE...
 Provengo                                              da una famiglia che mi ha educata                                              alla fede cristiana e a vivere i valori                                              umani. All'età di circa 7 anni                                              mi hanno inserita in parrocchia a                                              frequentare il catechismo e il gruppo                                              Scout.
Provengo                                              da una famiglia che mi ha educata                                              alla fede cristiana e a vivere i valori                                              umani. All'età di circa 7 anni                                              mi hanno inserita in parrocchia a                                              frequentare il catechismo e il gruppo                                              Scout.
 Dopo la terza media sono andata a                                              Trieste, all'Istituto dei ciechi Ritimeyer,                                              per il corso di centralinista; dopo                                              circa un anno e mezzo ho iniziato                                              a lavorare.
 Nel 1987 sono entrata a far parte                                              del Cammino Neocatecumenale; lì                                              ho approfondito la conoscenza della                                              Parola di Dio, i Sacramenti e la vita                                              cristiana. Ho partecipato anche a                                              diversi pellegrinaggi in occasione                                              delle giornate mondiali della gioventù:                                              1989 in Spagna; 1991 in Polonia; 1993                                              in America; 1995 a Loreto.
 In questi anni, ho avuto dei momenti                                              di buio perché il sacerdote                                              che mi seguiva mi aveva indicato due                                              monasteri di clausura, ma loro non                                              mi hanno accolta per i problemi della                                              vista; pensavano che io scegliessi                                              questa strada per scappare dalle difficoltà                                              del mondo.
 La Provvidenza di Dio mi è                                              venuta incontro perché, sempre                                              tramite questo sacerdote, ho ricevuto                                              un dépliant di tutta l'Opera                                              della Divina Provvidenza di Don Orione,                                              così mi sono messa in contatto                                              con Suor Maria Luigia delle Suore                                              Sacramentine non vedenti.
 Il 22 agosto del 1996 sono entrata                                              in Postulandato, il 15 agosto del                                              1997 in Noviziato e il 15 agosto del                                              1999 ho avuto la gioia di professare                                              i Voti di castità, di povertà,                                              di obbedienza e di carità.                                              
 Per la professione religiosa ho avuto                                              l'opportunità di cambiare il                                              nome: ho scelto Suor Maria Grazia,                                              perché un sacerdote del Seminario                                              di Tortona ha portato per le case                                              la madonna Pellegrina di Fatima per                                              pregare per le vocazioni; il 1°                                              giugno del 1995 l'ha portata dalle                                              Suore Sacramentine; durante il Santo                                              Rosario, le suore hanno chiesto alla                                              Madonna tre vocazioni e alla sera                                              stessa ho telefonato io per la prima                                              volta. Questa coincidenza è                                              stata sia per me che per le suore                                              una grazia mandata dalla Madonna.
 Della Divina Provvidenza invece, perché                                              il 20 novembre la nostra Congregazione                                              festeggia la Madonna della Divina                                              Provvidenza ed è il giorno                                              che sono nata. Questo mi aiuterà                                              a far crescere in me la devozione                                              a Maria e a confidare in Lei in ogni                                              mom ??† ?A ento della mia vita.
 Nel rispondere alla chiamata del Signore,                                              mi ha dato tanta forza questa parola                                              di Gesù agli apostoli: "Chi                                              avrà lasciato famiglia, fratelli,                                              sorelle, casa, campi per il regno                                              dei cieli, riceverà cento volte                                              tanto e la vita eterna". Così                                              ho lasciato la mia famiglia, gli amici,                                              il lavoro e mi sono consacrata al                                              Signore.
Sr. Maria Grazia                                              della Divina Provvidenza
27 anni, originaria di Pordenone,                                              ipovedente
Lampada per i miei passi è                                              la tua parola, 
 luce sul mio cammino.
 “Salmo 118”,                                              [105]

Attraverso il mio breve percorso vocazionale,                                              voglio raccontare, come la Luce del                                              Signore ha raggiunto e illuminato                                              la mia vita, compiendo opere, per                                              me meravigliose, di cui desidero parlare,                                              per parteciparea tutti i lettori la                                              mia gioia di vivere e la graduale                                              riscoperta di una nuova dimensione                                              esistenziale. Nello stesso tempo,                                              spero che la mia esperienza possa                                              essere di conforto e di sostegno a                                              chi eventualmente pensa di fare una                                              scelta simile e non trova la forzaed                                              il coraggio necessario, per compiere                                              il salto di qualità, che presuppone                                              il bisogno di vivere per gli altri.                                              
 Chiedo scusa, perciò, se debbo                                              accennare alla mia vita adolescenziale,                                              non facile sul piano familiare e personale.                                              A 19 anni, ho cominciato ad avvertire,                                              prima confusamente, poi chiaramente,                                              il desiderio di consacrarmi totalmente                                              al Signore. Non potendo essere accolta                                              da nessun Istituto Religioso a causa                                              della mancanza della vista, iniziarono                                              le prime difficoltà e nacquero                                              i primi interrogativi, ai quali non                                              riuscivo a dare risposte convincenti.                                              Mi dibattevo, perciò, fra dubbi,                                              incertezze e paure, di cui non sapevo                                              liberarmi.
 Senza propormelo deliberatamente,                                              mi rifugiavo sempre più nella                                              preghiera, che divenne il mio conforto                                              e la mia unica e insostituibile ancora                                              di salvezza. Con l’aiuto del                                              Signore e del nostro Santo Fondatore,                                              di cui allora ignoravo persino il                                              nome, cominciai ad individuare il                                              giusto percorso da seguire con perseveranza.                                              Sostenuta dalla mia crescente fede                                              nella Divina Provvidenza e, spinta                                              dal mio desiderio, che giorno per                                              giorno assumeva contorni sempre più                                              precisi e consapevoli, decisi di scrivere                                              a “Il Gennariello”, un                                              periodico per l’infanzia, che                                              mirava ad informare i ragazzi non                                              vedenti e a favorirne la corrispondenza.                                              Anche se la mia lettera fu puntualmente                                              pubblicata, rimasi delusa, perché                                              da certe risposte si intuiva che io                                              cercavo rifugio in una Comunità                                              di suore, non per una consapevole                                              scelta di vita, ma per la paura di                                              affrontare la responsabilità                                              e i rischi di un eventuale matrimonio.                                              Con una seconda lettera chiarii subito                                              le motivazioni e le finalità                                              della mia tanto desiderata scelta                                              religiosa.
 Nel frattempo, frequentavo la Parrocchia                                              e “il cammino di Rinnovamento”                                              e, benché avessi positivamente                                              concluso un corso per centralinista,                                              che mi avrebbe facilmente consentito                                              di inserirmi nel mondo del lavoro,                                              non mi sentivo soddisfatta e realizzata.                                              In me cresceva, invece, un’inconscia                                              inquietudine, un senso di insicurezza                                              e diventavo sempre più triste,                                              suscitando nei miei amici e familiari                                              stupore ed incomprensione. Intanto,                                              mi pervenne una lunga e inattesa lettera,                                              scritta da una mia futura Consorella,                                              la quale, informata della mia vocazione                                              e, quindi, della ricerca di un posto,                                              dove poterla realizzare, prese a cuore                                              il mio caso e mi diede delle preziose                                              indicazioni.
 Quando ebbi questa lettera tra le                                              mani, ricevetti una grande gioia,                                              perché comprendevo che il Signore                                              mi guidava con la sua mano provvidente                                              e illuminava il mio cammino, aprendomi                                              nuovi e più ampi orizzonti.
 Ben presto, però, si presentò                                              una seconda difficoltà, perché                                              Avrei dovuto comunicare la mia scelta                                              ai miei genitori, ma, non riuscendo                                              a trovare il modo e il coraggio di                                              farlo, rinviavo stupidamente il problema.                                              Quando finalmente lo feci, fu un rifiuto,                                              perché non compresero le motivazioni                                              della mia scelta. Tutti i miei tentativi,                                              per convincerli, furono naturalmente                                              inutili e durarono sette anni, durante                                              i quali temetti di esaurirmi e perdere                                              del tutto la mia capacità di                                              resistere ed insistere. Consideravo                                              la mia difficile situazione, come                                              una prova, di fronte alla quale mi                                              poneva il Signore, per valutare la                                              fermezza del mio proponimento. Un                                              giorno, finalmente, trovai il coraggio                                              e feci ciò, che non bisognerebbe                                              fare mai, decidendo di scappare da                                              casa.
 Anche in questo, il Signore mi aiutò                                              e fu grande la sua Misericordia.
 Io facevo questa preghiera:
 “Signore, se alcuni di quelli,                                              che si amano, scappano, per vivere                                              insieme, perché io, che amo                                              te, non posso fare la stessa,cosa”?
 Il buon Dio, Padre, misericordioso                                              e previdente, mi esaudì e dopo                                              sette anni di lotte incessanti, il                                              13 Maggio del 1996, potei andare via                                              da casa, senza che nessuno si accorgesse                                              di nulla.
 Così, entrai nella mia famiglia                                              religiosa, nella quale mi sentii accolta                                              e seguita dalle consorelle con spirito                                              autenticamente cristiano e fraterno.                                              Mi colpivano e gratificavano il senso                                              di pace ed il clima di serena collaborazione,                                              che regnavano nella comunità.                                              Giorno per giorno, apprezzai soprattutto                                              l’amorevole pazienza, con la                                              quale venivo ascoltata da tutte. Nello                                              stesso tempo, imparai a conoscere                                              e ad amare Don Orione, al quale ciascuna                                              di noi deve riconoscenza, per aver                                              offerto con ammirevole lungimiranza                                              anche a donne non vedenti l’opportunità                                              della scelta Religiosa, che oggi sembra                                              del tutto normale. Senza la benemerita                                              istituzione del ramo delle suore adoratrici                                              non vedenti, nata in tempi molto difficili,                                              ciascuna di noi si troverebbe in una                                              situazione ben diversa e probabilmente                                              sarebbe di peso per qualcuno. Così,                                              nel migliore dei modi, incominciai                                              il cammino, per comprendere se questa                                              era veramente la mia strada. Volevo                                              capire, senz’ombra di dubbio,                                              se si trattava di un’autentica                                              scelta di vita e non soltanto fervore                                              superficiale e passeggero, gioia effimera                                              e inconscio desiderio di distinguermi                                              da altre.
 Infatti con le varie tappe di formazione,                                              ho compreso che il Signore mi chiamava                                              a servirlo per il bene di altri ed                                              io mi sentivo pronta a seguirlo su                                              questa strada. Nel 2004, anno della                                              Canonizzazione del nostro Padre Fondatore,                                              il 24 Ottobre giornata missionaria                                              mondiale, sostenuta dalle consorelle                                              e personalmente convinta,ho emesso                                              i voti definitivi nel Santuario della                                              Madonna della Guardia. Alla suggestiva                                              cerimonia era presente anche la mia                                              famiglia, la quale intanto aveva compreso                                              che la mia decisione non era un capriccio                                              e una fuga dal mondo, ma una vera                                              scelta di vita.
 Ancora oggi, ringrazio il Signore                                              anche per tutte le sofferenze, permesse,                                              che, se in certi momenti mi sono sembrate                                              eccessive, mi hanno aiutata a crescere                                              umanamente e spiritualmente, fortificandomi                                              nella vocazione ed aprendomi maggiormente                                              alle esigenze e alle difficoltà                                              degli altri. Anche per questo, oggi                                              posso meglio comprendere chi viene                                              a trovarsi in una situazione simile                                              alla mia.
 Posso, inoltre, affermare di sentirmi                                              veramente felice e realizzata, poiché                                              considero Cristo come centro della                                              mia vita e desidero dedicare a Lui                                              tutte le energie psicofisiche, di                                              cui sono capace.
 Oggi, sono una persona serena, perché                                              accetto me stessa e so valorizzare                                              anche la mancanza di vista, offrendola                                              per tanti fratelli e sorelle, che                                              nel cuore non hanno ancora la Luce                                              del Signore.
 Con la mia scelta di vita comunitaria,                                              spero di corrispondere al progetto                                              d’amore, che Dio ha su di ognuna                                              di noi e di contribuire attivamente                                              alla crescita della nostra famiglia,                                              imparando a sostenere nella fede i                                              fratelli dubbiosi e ad alleviare il                                              peso delle loro sofferenze. Mi auguro                                              di non venire mai meno alla promessa,                                              fatta al Signore e a San Luigi Orione                                              e di non deludere le aspettative delle                                              superiore e delle consorelle, che                                              ripongono in me la massima fiducia.                                              Con la preghiera quotidiana, elevata                                              individualmente e in gruppo, intendo                                              magnificare la bontà e la maestosità                                              del Signore, ringraziare di quanto                                              abbiamo, anche senza saperlo e chiedere                                              ciò, di cui noi e i nostri                                              fratelli manchiamo e di cui abbiamo                                              bisogno. Come San Lluigi Orione, desidero                                              invocare per noi e per gli altri anche                                              la forza di sopportare il peso ed                                              il disagio della malattia, della miseria,                                              della privazione, delle ingiustizie                                              subite e delle proprie debolezze,                                              per portare con serenità la                                              propria croce, senza lamentarsi e                                              piangersi addosso. 
 Chi vive interiormente e desidera                                              testimoniare il messaggio evangelico,                                              deve cercare di essere di esempio                                              per gli altri e seguire le orme di                                              Gesù, sorgente di luce e fonte                                              di incommensurabile bontà.                                              
 In conclusione, mi piace ricordare                                              quanto diceva Madre M. Tarcisia dell’Incarnazione,                                              nostra prima Superiora non vedente,                                              voluta dal nostro fondatore:
 “L’Adoratrice dal suo                                              inginocchiatoio può raggiungere                                              tutti i punti della terra”.
 Ecco, la quotidianità nascosta                                              e feconda dell’Adorazione, la                                              Carità della Preghiera che                                              non ha confine, la potenzialità                                              ed efficacia Apostolica, l’Universalità                                              della Missionarietà,; è                                              questa la mia vita: “una donazione                                              totale e un’offerta d’amore,                                              per essere nel cuore della Chiesa                                              testimonianza della bontà di                                              Dio e lampada che brilla per il bene                                              di tutta l’umanità.
 Anch’io come Maria voglio innalzare                                              il mio Magnificat al Signore esclamando:
 
 “l’anima mia magnifica                                              il Signore
 e il mio spirito esulta in Dio mio                                              Salvatore,
 grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
 e Santo è il Suo nome”.
Suor M. Rosa                                              dello Spirito Santo