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Lunedì, 02 Settembre 2013 11:49

Un "pezzetto" al mese per "Instaurare omnia in Christo" - SETTEMBRE 2013

Approfondendo la Decisione sullo stile di vita Atti dell’XI CG

Coltivare la vera amicizia e le relazioni interpersonali, favorendo esperienze nei vari ambii della comunicazione e della socializzazione: incontri, feste, laboratori, gite, ecc..

(Dimensione profetica: n° 9 - pag. 46)

 

Con il "pezzetto" di questo mese, completiamo le caratteristiche della Dimensione profetica del nuovo "stile di vita", con il grande tema delle relazioni, della fraternità e dell'amicizia. Questo tema ha ormai superato le fasi storiche, nelle quali l'amicizia nella vita religiosa era vista con un poco di diffidenza o come un qualcosa che si opponeva alla vita comunitaria e alla libertà del cuore. Certamente, perché saranno stati (e ci saranno sempre) degli estremi che, in fondo, poco hanno dì "vera amicizia'', secondo Gesù e in Gesù. Gesù ha valorizzato la relazione di amicizia con "i suoi", ed è significativo che, nelle sue espressioni più profonde, non ha utilizzato la parola ''fratello'', ma ha preferito dire "amico, amici": "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché lutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15,13-15).

La "vera amicizia", specialmente tra i giovani, occupa uno spazio decisivo per la crescita e la maturazione psicologica e spirituale della persona, per lo sviluppo della sua personalità e per il vissuto della propria vocazione. Ma, in tempi di tanto relativismo, è importante "vegliare" sulle dinamiche relazionali per non rischiare di dare spazio a manipolazioni affettive, isolamenti, condizionamenti, che "inquinano'' la fraternità e la comunione. Da qui l'importanza di "parlare'" tra noi del tema senza '"moralizzare", e "favorire esperienze nei vari ambiti" che aiutino a fare delle relazioni amicali un "trampolino" per aprirsi ad altre relazioni. I due testi che vi propongo, illustrano benissimo il senso vero delle relazioni di amicizia e di fraternità, che possono essere dì luce e dare occasione alla riflessione e al dialogo comunitario.

L'Antico Testamento: "L'amicizia. Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti. Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille. Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui. C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi. C'è l'amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura. Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari. Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si nasconderà. Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guardati. Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico" (Sìr 6,5-17).

Papa Francesco: "vorrei sottolineare l'importanza, in questa vita comunitaria, delle relazioni di amicizia e di fraternità, che fanno parte integrante di questa formazione. Arriviamo ad un altro problema qui. Perché dico questo: relazioni di amicizia e di fraternità. Tante volte ho trovato comunità, seminaristi, religiosi, o comunità diocesane, dove le giaculatorie più comuni sono le chiacchiere! E' terribile! Si "spellano" uno con l'altro... E questo è il nostro mondo clericale, religioso... Scusatemi, ma è comune: gelosie, invidie, parlare male dell’altro. Non solo parlare male dei superiori, questo è un classico! Ma io voglio dirvi che questo è tanto comune, tanto comune. Anche io sono caduto in questo. Tante volte l'ho fatto, tante volte! E mi vergogno! Mi vergogno di questo! Non sta bene farlo: andare a fare chiacchiere. "Hai sentito,.. Hai sentito... ". Ma è un inferno quella comunità! Questo non fa bene. E perciò è importante la relazione di amicizia e dì fraternità. Gli amici sono pochi. La Bibbia dice questo: gli amici, uno, due... Ma la fraternità, fra tutti. Se io ho qualcosa con una sorella o con un fratello, lo dico in faccia, o lo dico a quello o a quella che può aiutare, ma non lo dico agli altri per "sporcarlo". E le chiacchiere, è terribile! Dietro le chiacchiere, sotto le chiacchiere ci sono le invidie, le gelosie, le ambizioni. (...) Questa è una bella, una bella strada alla santità! Non parlare male di altri. (...) Ci sono però due estremi; in questo aspetto dell'amicizia e della fraternità,  ci sono due estremi: tanto l'isolamento quanto la dissipazione. Un 'amicizia e una fraternità che mi aiuti a non cadere né nell'isolamento né nella dissipazione. Coltivare le amicizie, sono un bene prezioso: devono però educarvi non alla chiusura, ma ad uscire da voi stessi. Un sacerdote, un religioso, una religiosa, non può mai essere un'isola, ma una persona sempre disponibile all'incontro. Le amicizie poi si arricchiscono anche dei diversi carismi delle vostre famiglie religiose. E' una ricchezza grande. Pensiamo alle belle amicizie di tanti santi"1. Buona condivisione!

 

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1 Papa Francesco, Incontro con i seminaristi, novizie e novizie. Aula Paolo VI, 6 luglio 2013.

 

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