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Mercoledì, 29 Maggio 2013 07:49

Un "pezzetto" al mese per "Instaurare omnia in Christo" - GIUGNO 2013

Approfondendo la Decisione sullo stile di vita Atti dell’XI CG


Favorire una formazione integrale che prepari donne, sorelle e madri dell’umanità con coscienza critica per questo tempo di svolta (cfr. VC 65; cfr. PGF, p.66). Incrementare la formazione teologica ed accademica con attenzione alle attitudini delle persone e in funzione alle necessità della missione.


(Dimensione profetica: n° 6 – pag. 45)

 

In questo numero della Decisione sullo stile di vita, che oggi meditiamo, troviamo una chiave di lettura nella parola formazione. Osservando come ci viene proposto questo tema, possiamo distinguere due sottolineature complementari e diversificate da due verbi: favorire e incrementare.

Quando diciamo FAVORIRE intendiamo un’azione che va aldilà del fatto oggettivo o esteriore della formazione; favorire qualcosa significa “facilitare”, “suscitare”, “creare” le “condizioni” vitali: clima comunitario, qualità della comunicazione, accompagnamento della crescita altrui, spazi di libertà, di creatività, di gratuità… affinché ciò che si vuole favorire possa veramente avvenire. Parlare di formazione integraleè parlare della persona tutta intera, in tutte le dimensioni del suo essere e del suo fare. Ma l’invito a favorire una formazione integrale ha come finalità specifica il “preparare donne, sorelle e madri dell’umanità”. Allora essere donna significa essere “adulta”, e non adolescente, significa maturità, responsabilità, determinazione; essere sorella significa fraternità, comunione, collaborazione, condivisione, superamento dell’egoismo, dell’autoreferenzialità, delle gelosie e delle rivalità (indicatori della “sindrome del figlio unico”); essere “madre” significa fecondità, oblatività, gratuità, tenerezza, fermezza, cura della vita, gioia, generosità, superamento della concentrazione nei propri bisogni, della lamentela permanente, dell’incapacità di convivialità intergenerazionale, dell’amarezza, della chiusura… Papa Francesco ci direbbe: “siate madri, non zitelle!”.

Queste qualità, volute tanto anche da Don Orione per noi PSMC, non si “comprano”, non si “studiano” nell’“università”, ma si plasmano nella nostra personalità alla scuola di Maria: la Donna, la Sorella, la Madre in pienezza, per formare in noi un “cuore mariano”, un’interiorità e personalità mariana: “icona di Maria Madre e della Chiesa Madre”, come ci ha detto Papa Francesco.

Da ciò deriva il bisogno di sviluppare la nostra “coscienza critica per questo tempo di svolta”, detto in altre parole: “di svolta antropologica”, o, con l’espressione di Papa Francesco: di trasformazione dell’umanità. Però, per avere “coscienza” si deve avere “conoscenza”, conoscere i tempi, conoscere l’uomo, l’umanità di oggi con le loro attese e necessità; “conoscere” di quale uomo, di quale umanità siamo “sorelle e madri”, per poter allora, amorosamente e “criticamente” giudicare, valutare, assumere, collaborare, purificare, portare a pienezza, sulla “misura di Cristo”, vero Dio e vero uomo.

QUANDO DICIAMOINCREMENTARE”, parliamo più quantitativamente; significa potenziare, aumentare, arricchire la propria personalità con ciò che si può ottenere, frequentando gli studi teologici o accademici, secondo le proprie attitudini e per i bisogni del nostro apostolato. Questo non conduce automaticamente ad una trasformazione interiore o formazione del cuore (una volta sono rimasta colpita ascoltando parlare dei “teologi atei”!!). Per noi, ciò che è decisivo, è favorire uno stile di vita che formi in noi “la donna”, “la sorella”, “la madre”. Ma è poi certamente fondamentale, incrementare la formazione e abilitazione professionale per la missione, perché “il bene, bisogna farlo bene”!

Invitiamo Maria in mezzo a noi: guardiamola, ripercorriamo la sua vita nei Vangeli, contempliamola nei suoi comportamenti e atteggiamenti verso il Figlio e verso il prossimo. Domandiamoci: quanto sono/siamo “donne” – “sorelle” – “madri” come Maria? Come lo favoriamo nella comunità? Cosa manca alla nostra femminilità, alla nostra sororità, alla nostra maternità, guardando Maria? Come integriamo la “formazione teologica o accademica” alla “formazione di un cuore e di una personalità mariana”? Buona riflessione!

 

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